FRONTIERE AL FEMMINILE di Saffia Elisa Shaukat

Frontiere al femminile.
L’esperienza delle donne italiane in Svizzera tra genere, integrazione
e italianità.


L’immagine della Svizzera quale paese coeso, malgrado le sue profonde differenze,
continua ad alimentare gli studi interdisciplinari: all’immaginario collettivo della
Willensnation, si può contrapporre tuttavia una visione della Svizzera quale terra di
molteplici frontiere intese come « spazi di contraddizione sociale ». Tra queste
opposte interpretazioni, l’integrazione si rivela tema cruciale per la storia elvetica e
può essere indagato da un punto di vista privilegiato.
La ricerca si interessa infatti ai legami tra politiche migratorie e questioni integrative
attraverso lo studio dell’esperienza femminile italiana in Svizzera nel secondo
dopoguerra. In ottica intersezionale, le donne si rivelano un campione privilegiato
per studiare dinamiche sociali spesso invisibili e comprendere in modo profondo il
passaggio, l’insediamento e l’integrazione di interi nuclei familiari italiani sul
territorio elvetico. L’analisi ha come scopo di rendere visibile la situazione lavorativa
e familiare delle protagoniste, di rilevare la partecipazione allo spazio pubblico e
rendere conto della costruzione identitaria nel contesto della mutevole italianità
elvetica.
Grazie a un approccio intermediario, dove le protagoniste con le proprie narrazioni
biografiche sono al centro dell’analisi, la memoria individuale fa eco a una memoria
ormai collettiva che si intreccia a materiali associativi e istituzionali. La Svizzera
italiana appare infine un punto di partenza privilegiato per studiare tali fenomeni
integrativi in comparazione con la Svizzera romanda e tedesca.
Tesi di dottorato in corso, Università di Losanna

 


Dir. Prof. Nelly Valsangiacomo
Saffia Elisa Shaukat
6600 Locarno

INCONTRO PREPARATORIO AL SEMINARIO GIOVANI NEL MONDO DI PALERMO

Incontro  Comites San Gallo, 6 aprile 2019

 

I GIOVANI SI PREPARANO AL SEMINARIO DI PALERMO

Presentazione e proposte Saffia Elisa Shaukat

 

Chi sono

10.06. 1986, di madre umbra (Gubbio) e padre pakistano, nata a Zurigo e cresciuta in Ticino. Laureata in storia, scienze politiche e letteratura italiana presso l’Università di Losanna (2010), dove poi ho lavorato anche qualche anno come assistente. Lavoro da cinque anni come insegnante di storia alle superiori, in Ticino e al momento sono in congedo di ricerca grazie ad una borsa cantonale ticinese (2018-2020) per terminare la mia tesi di dottorato che porta sulla storia dell’emigrazione italiana in Svizzera: Frontiere al femminile. L’esperienza delle donne italiane in Svizzera tra genere, integrazione e italianità (1950-1980). Non sono membro attivo del Comites in Ticino, ma ho potuto conoscere Angelica Sorrentino nel quadro della raccolta delle interviste e mi ha invitato a partecipare a questa conferenza.

 

Il mio apporto nel quadro dei Comites

Posso portare solo una conoscenza dell’evoluzione delle politiche migratorie elvetiche in materia di immigrazione italiana dal 1945 al 2002. Mi interessa conoscervi per poter raccogliere testimonianze di donne italiane in Svizzera tedesca emigrate in Svizzera negli anni 1950-80. Per me si tratta di raccogliere ancora una decina di storie di vita di prima (o seconda) generazione (su un totale di una sessantina su tutto il territorio elvetico). In secondo luogo, mi piacerebbe fra qualche anno presentare questo lavoro che ha permesso (prima di ogni altra analisi) una presa di parola di donne che hanno lavorato, a casa, in fabbrica, nel settore terziario dei servizi, o a nero (etc..) ma che raramente hanno avuto accesso allo spazio pubblico. Hanno tuttavia cresciuto e trasmesso la propria italianità ad italiani che oggi sono attivi professionalmente su tutto il territorio elvetico, veicolando risorse per un’integrazione che non è sempre stata così semplice ed evidente con il passare del tempo come si potrebbe superficialmente immaginare.

 

Cosa vogliamo “portare” al seminario di Palermo?

  1. Il tema della partecipazione economica come anche vettore di arricchimento e partecipazione culturale nei contesti di arrivo. Lavorare sul concetto di cittadinanza europea (in questo caso nel contesto elvetico, piuttosto ostile e isolazionista, non tanto a livello economico quanto piuttosto politico e culturale)
  2. Come migliorare il passaggio di esperienza tra la migrazione di prima e seconda generazione, come anche la consapevolezza politica e culturale della propria presenza sul territorio e preparare il terreno per le nuove migrazioni e creare un senso di appartenenza nuova e multipla come anche integrazione nel tessuto sociale del paese di arrivo.
  3. Salvaguardare l’italianità fuori dall’Italia?  (ruolo cantone Ticino, malgrado la politica spesso anti-italiana)

 

In che modo costituire una rete di giovani all’estero

Qual è l’obbiettivo, riportare competenze in Italia? Creare progetti in Italia? O difendere l’italianità in svizzera? Credo che a partire dall’obbiettivo che si sceglie di porre come prioritario poi ci si possa pensare. 

 

Idee e proposte elaborate per migliorare la migrazione giovanile

Sono piuttosto confusa rispetto a cosa si intende per migliorare, quali sono i problemi che si rivelano nell’immigrazione giovanile italiana in Svizzera oggi? Come si pongono invece gli italiani di seconda o terza generazione? Hanno un contatto con questi nuovi migranti? C’è interesse? Mi rallegro a Palermo di poter essere aggiornata da voi su questi punti, e di conoscervi.

 

 

Saffia Elisa Shaukat

6600 Locarno

 

Lettera congiunta CGIE-Rai Italia

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