3 DICEMBRE 2017, LOCARNO
Gentili Signore, Egregi Signori,
il Com.It.Es Lugano-Ticino è lieto di invitarvi al convegno “Vivere sul confine – Nuovi flussi
migratori in Svizzera e realtà italiana in Ticino” che avrà luogo domenica 3 dicembre 2017, allo
Spazio Elle a Locarno (Piazza Fontana G. Pedrazzini 12, dalle 9 alle 13 circa). Il Com.It.Es ha
l’onore di dedicare il convegno al compianto amico e collega, Guido Bau, per il suo inestimabile
impegno personale e professionale a favore della collettività italiana in Ticino ed in Svizzera. Fra
tutti gli impegni importanti che ha ricoperto, ricordiamo la sua attività di sindacalista presso il
sindacato Unia di Locarno, nonché ex-membro del Com.It.Es Bellinzona.
Spingere le persone e gli addetti ai lavori a riflettere sui nuovi fenomeni migratori, facendo
emergere le problematiche che s’incontrano e quindi proporre soluzioni adeguate che possano
essere d’aiuto agli italiani che si stabiliscono in Svizzera e in Ticino in particolare; questo è in sintesi
l’obiettivo principale prefissosi dal convegno “Vivere sul confine - Nuovi flussi migratori in
Svizzera e realtà italiana in Ticino.
L’incontro pone l’accento sulla realtà dei giovani migranti italiani che arrivano in Svizzera e in
Ticino in particolare, prendendo in considerazione i nuovi fenomeni di migrazione e quindi le
problematiche con cui si trovano confrontati.
PROGRAMMAAl saluto di benvenuto del presidente del Com.It.Es, seguiranno i saluti delle Autorità italiane e
svizzere. Poi il merito del convegno, con gli interventi degli ospiti e relatori: Oscar Gonzalez –
responsabile del Settore economia, dell’Ufficio di statistica – USTAT – e Vincenzo Cicero,
sindacalista, responsabile della sezione Sottoceneri di Unia. Sarà dato spazio ad alcune
testimonianze ed inoltre interverranno membri del Com.It.Es, nonché rappresentanze
dell’associazionismo locale.
L’intervento dell’economista Oscar Gonzalez verterà sulla tipologia dei migranti e fornirà una
panoramica dei flussi migratori in Svizzera, descrivendo come l’immigrazione italiana vi s’inscrive
e quali tipologie varcano i confini elvetici. L’economista si concentrerà, dunque, sulla questione
ticinese, mettendo in luce la situazione del lavoro, dal 2016 in poi, corredando la sua relazione con
dati statistici, soprattutto considerando proporzioni e cifre complessive. “Il fenomeno del
passaggio degli italiani è molto più ampio di quello che si può immaginare”: sono oltre 120'000
mila gli italiani residenti in Ticino, molti dei quali con doppio passaporto.
Seguirà la relazione del sindacalista Vincenzo Cicero che, forte della sua esperienza sul campo,
concentrerà l’intervento sulla questione lavoro. Dopo le relazioni degli addetti ai lavori, ci sarà
spazio per ascoltare testimonianze ed esperienze di vita, accompagnate dagli interventi dei membri
del Com.It.Es ed ospiti. Al termine dell’incontro, ci sarà un momento conviviale, allietato da un
rinfresco.
Contatto:Com.It.Es Lugano-Ticino
via Dufour 5
6900 Lugano
Mail:
This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.www.comitesluganoticino.org
Luogo del convegno:
Spazio ELLE
Piazza G. Pedrazzini 12
6600 Locarno - www.ellelocarno.ch
Com.It.Es? Ne parliamo con Silvio di Giulio, presidente del Comitato Lugano-
Ticino
PER LA COLLETTIVITÀ ITALIANA ALL’ESTERO
«Il fenomeno del passaggio degli italiani in Ticino è molto più ampio di quello che si possa
immaginare. Coloro che hanno nazionalità italiana e doppia cittadinanza italo-svizzera nel Cantone
sono circa 120mila!»; esclusi frontalieri e chi, nella propria genealogia, ha un familiare italiano. «È
una cifra di peso, si tratta di un terzo della popolazione cantonale», spiega Silvio Di Giulio, dal
2015 presidente del Comitato degli italiani all’estero (Com.It.Es) Lugano-Ticino, organo costituito
per i tutti cittadini italiani all’estero, come «trait-d’union fra emigrati e realtà consolari del Paese
d’origine. L’organo rappresentativo della collettività italiana all’estero».
In occasione del convegno organizzato dal Com.It.Es Lugano-Ticino “Vivere sul confine - Nuovi
flussi migratori in Svizzera e realtà italiana in Ticino”, il prossimo 3 dicembre (dalle 9:00), allo
Spazio Elle di Locarno, ci siamo chiesti che cosa stia dietro la sigla Com.It.Es.
Ne abbiamo parlato con il presidente Silvio Di Giulio, «originario della provincia abruzzese
dell’Aquila, nel cuore del Parco nazionale», racconta. Legale e docente presso l’Università di
scienze applicate (ZHAW) di Winterthur, Silvio Di Giulio dal 1995 abita a Manno, comune di
naturalizzazione, ma vive in Svizzera da oltre circa 35 anni.
Quella di Lugano è una delle sette sedi Com.It.Es presenti sul territorio svizzero; la più significativa
è quella di Zurigo, poiché riguarda un ampio territorio; scorrendo il dito sulla cartina elvetica si
incontrano ancora quelle di Basilea, Berna, Ginevra, Losanna e San Gallo. Nel mondo si conta un
centinaio di sedi Com.It.Es, organo istituito nel 1985.
Che cos’è dunque il Com.It.Es?Sciogliendo la sigla e il suo contenuto, si può dire che è un’istituzione elettiva, votata, ogni 5 anni,
dai cittadini e rappresentativa della collettività italiana all’estero. Organo consultivo per questioni
culturali e sociali, non è un ente politico – è bene sottolinearlo –, questo anche per esplicita
disposizione legale. Il suo riferimento è puramente socio-culturale.
Perché si è sentita la necessità di istituire Com.It.Es?L’idea del Comitato è nata da una proposta delle forze politiche italiane a metà degli anni Ottanta:
è stato il politico Mirko Tremaglia a volere fortemente la sua istituzione. L’impulso è nato dalla
necessità di stabilire e mantenere un legame attivo con i cittadini residenti all’estero. Il Comitato
contribuisce a individuare le esigenze di sviluppo sociale, culturale e civile della propria comunità
di riferimento e contribuisce a supportare la rappresentanza diplomatico-consolare. Ma non
esistono solo i Com.It.Es, ad esempio c’è il Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie), di cui
un autorevole rappresentante ticinese è Giuseppe Rauseo, eletto con il supporto unanime del
Com.It.Es Lugano-Ticino.
Com’è organizzato il Com.It.Es?In generale è composto da un comitato, eletto – come dicevo prima – dai cittadini italiani all’estero.
Poi il comitato, al suo interno, esprime un esecutivo: presidente, vicepresidente, tesoriere,
segretario e membri, che operano tutti a titolo onorifico. La sede Lugano-Ticino conta 18 membri,
ben equilibrati fra uomini e donne, eletti nel 2015. Con me collaborano la vicepresidente Angelica
Sorrentino; la tesoriera Paola Pagani, coadiuvati dal segretario Antonio Arduini. La nostra sede è
nello stesso edificio del Consolato generale d’Italia a Lugano, in via Dufour e ci occupiamo degli
italiani residenti in Ticino.
Quali sono compiti, servizi e iniziative?Non sono numerosi, poiché forze e tempo sono ridotti, ma anche perché i finanziamenti non sono
cospicui (un modesto sostegno finanziario ci è dato dal Ministero degli Esteri per le spese vive).
Fatta questa premessa, il Com.It.Es propone iniziative e convegni, in collaborazione con autorità
consolare, enti, associazioni e comitati che operano sul territorio cantonale; si tratta di importanti
occasioni d’ incontro e di scambio di esperienze e opinioni, affinché si possano individuare
problematiche ed esigenze per proporre soluzioni che contribuiscano allo sviluppo sociale,
culturale e civile.
Iniziative e progetti sono tutti volti alla vita sociale e culturale, con occhio di riguardo per la
partecipazione dei giovani, le pari opportunità e così via. Fra le prestazioni, il comitato offre
consulenza via Sportello Comites; un servizio d’informazione gratuito per tutti gli utenti che ne
fanno richiesta (ad esempio, per questioni burocratiche). Lo sportello di Lugano è aperto ogni
giovedì, dalle 14 alle 16.
Una domanda un po’ impertinente: oggigiorno, c’è ancora la necessità di un organo comeil Com.It.Es?Mi chiede se c’è necessità… in fondo nella vita sono poche le cose veramente necessarie; diciamo
allora che i Com.It.Es costituiscono indubbiamente un’istituzione opportuna, perché è un
organismo che promuove il contatto con l’Italia e soprattutto, in una realtà come quella ticinese,
dove un terzo della popolazione è italiana o di origine italiana, sicuramente costituisce un organo
di informazione e di raccordo.
Intervista di:Clara Storti – Losone